Apple ha nominato Amar Subramanya, un veterano sia di Google che di Microsoft, come nuovo capo dell’Intelligenza Artificiale. La mossa arriva quando John Giannandrea, che ha guidato le attività di intelligenza artificiale di Apple dal 2018, si dimette dopo un periodo segnato da significativi passi falsi sul prodotto e turbolenze interne.
Il cambiamento di leadership
L’arrivo di Subramanya segnala un chiaro tentativo da parte di Apple di riconquistare terreno nel panorama dell’intelligenza artificiale in rapida evoluzione. Porta con sé una vasta esperienza derivante da importanti ruoli di ingegneria presso Microsoft e, soprattutto, Google, dove ha recentemente supervisionato lo sviluppo di Gemini Assistant. Questo background è considerato particolarmente prezioso, data la profonda conoscenza di Subramanya dei principali concorrenti di Apple.
Problemi di intelligence di Apple
Il cambiamento ai vertici fa seguito a una serie di fallimenti di alto profilo con Apple Intelligence, le funzionalità basate sull’intelligenza artificiale dell’azienda introdotte alla fine del 2024. Le prime versioni della piattaforma producevano informazioni palesemente false, comprese segnalazioni errate su casi di alto profilo come l’indagine sull’omicidio di Brian Thompson e rivendicazioni premature di campionati di freccette professionistiche.
Queste inesattezze hanno portato all’imbarazzo del pubblico, a denunce da parte di testate giornalistiche come la BBC e, infine, a sfide legali. Un lancio ritardato dell’aggiornamento Siri, che avrebbe dovuto essere il fulcro del lancio di Apple Intelligence, ha innescato azioni legali collettive da parte dei consumatori che avevano preordinato dispositivi basati sulle funzionalità IA promesse.
Disfunzione interna
Secondo un’indagine di Bloomberg, la divisione AI di Apple soffriva di disfunzioni organizzative, comunicazione debole tra i team e disallineamenti del budget. Il rapporto rivelava che Giannandrea era stato messo da parte mesi prima della sua partenza, con responsabilità chiave come lo sviluppo di Siri sottratte al suo controllo. Secondo quanto riferito, i dipendenti hanno deriso la divisione AI internamente definendola “AI/MLess”, mentre molti ricercatori se ne sono andati per concorrenti come OpenAI, Google e Meta.
Dipendenza da Gemini di Google
Con una sorprendente inversione di tendenza, secondo quanto riferito Apple si affida ora a Gemini di Google per alimentare la prossima iterazione di Siri. Ciò segna un cambiamento importante per l’azienda, data la sua storica rivalità con Google in numerosi settori tecnologici. La mossa sottolinea la necessità di Apple di recuperare rapidamente il ritardo nel campo dell’intelligenza artificiale, anche se ciò significa collaborare con un concorrente di lunga data.
L’approccio unico di Apple
Apple sottolinea da tempo un approccio all’intelligenza artificiale incentrato sulla privacy, elaborando le attività sul dispositivo utilizzando i suoi chip Apple Silicon personalizzati per evitare di raccogliere dati degli utenti. Sebbene questa strategia abbia avuto risonanza tra i sostenitori della privacy, ha anche portato a modelli di intelligenza artificiale meno capaci rispetto ai concorrenti che sfruttano enormi data center e informazioni sugli utenti del mondo reale per la formazione.
Il successo dell’approccio di Apple rimane incerto. I modelli su dispositivo sono intrinsecamente limitati dalla potenza computazionale e dalla disponibilità dei dati, mentre la riluttanza dell’azienda a raccogliere dati sugli utenti ha ostacolato la sua capacità di addestrare sistemi di intelligenza artificiale competitivi.
La domanda ora è se Apple riuscirà a superare questi compromessi o se la sua strategia incentrata sulla privacy la lascerà permanentemente indietro nella corsa all’intelligenza artificiale. La nomina di Subramanya rappresenta una scommessa sulla possibilità che la sua esperienza possa colmare il divario, ma le sfide sottostanti rimangono significative.
